Alla pagina “iniziative di pace”  

La nonviolenza e' in cammino
Quotidiano telematico per la pace  diretto da Peppe Sini, Centro di ricerca per la pace, Viterbo
http://www.peacelink.it/pace/a/12437.html   -  
Telegramma 647 del 14 agosto 2011


Sette domande a... Patrick Boylan




- "LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": Quale è stato il significato più rilevante della Marcia per la pace Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- PATRICK BOYLAN: Per me è stato, almeno fino a tempi recenti, la sua chiara visione politica della violenza, quale strumento di prevaricazione e di assoggettamento dei più deboli, dallo sfruttamento coercitivo in fabbrica all'occupazione (neo)coloniale di altri paesi. Questa visione ha, di contraccolpo, messo in luce come la nonviolenza non è solo "buonismo"; è lotta attiva contro ogni prepotenza. Ciò ha consentito alla Marcia Perugia-Assisi di riunire cattolici e comunisti, laici e credenti, giovani dell'Agesci e giovani dei centri sociali, sacerdoti e sindacalisti.


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"LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": E cosa caratterizzerà maggiormente la Marcia che si terrà il 25 settembre di quest'anno?

- PATRICK BOYLAN: Ahimè, temo che, come l'anno scorso, sarà l'astrattezza della maggior parte degli slogan. Astratte invocazioni dell'art. 11 della Costituzione invece della concreta richiesta del ritiro immediato delle truppe italiane dalla Libia e dall'Afghanistan. Astratte condanne dello sfruttamento di chi lavora invece di concrete condanne della Fiat per la militarizzazione di Pomigliano e Mirafiori (un suicidio e un tentativo di suicidio finora). Astratti elogi dei metodi nonviolenti nella lotta politica e sociale, ma nessun elogio concreto della Fiom, che continua a praticare questi metodi nonostante le emarginazioni subite, o dei valsusani - la stragrande maggioranza dei quali continua a lottare pacificamente e creativamente contro la Tav, nel silenzio stampa più totale.



Nota biobibliografica

Patrick Boylan, già docente di Inglese per la Comunicazione Interculturale all'Università Roma Tre, è uno statunitense d'origine irlandese che vive a Roma da 40 anni.  È stato tra i promotori del Tribunale Mondiale (Russell) 2003-2005 per documentare l'illegittimità dell'invasione Usa-alleati dell'Iraq.  È cofondatore dell'associazione "U.S. Citizens for Peace & Justice - Rome" per la quale anima un cineforum bisettimanale sui temi, appunto, della pace e della giustizia. Partecipa attualmente con la rete italiana No War a iniziative per il ritiro della Nato dalla Libia.  È stato referente di Roma per l'Associazione Antimafie Rita Atria. 

Sul fronte accademico, ha lottato con la Rete Lettere contro la privatizzazione dell'Università pubblica e contro la sua gestione privatistica da parte dei "baroni"; è stato vice-presidente della Società per gli studi interculturali Sietar-Italia ed è membro del comitato di redazione della rivista scientifica "Cultus". 

Per alcuni suoi scritti politici, vedi:

www.boylan.it/rete/articoli/*
(gli articoli sono firmati “PB”),
www.peacelink.it
www.megachip.info;

per gli scritti accademici, vedi: http://uniroma3.academia.edu/PatrickBoylan 

*E' l'archivio del defunto sito www.retedeimovimenti.it

No, temo che le prese di posizioni concrete saranno piuttosto rare. E siccome la nonviolenza è, intrinsecamente, il proclamare la verità come arma contro i soprusi, i contenuti nonviolenti della Marcia rischiano di essere parecchio annacquati.


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"LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": Quale è lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- PATRICK BOYLAN: Tre esempi lo illustrano benissimo e cioè, come appena detto, la nonviolenza praticata con fantasia e tenacia dai delegati Fiom, nonostante le violenze da loro subite in continuazione; quella praticata con uguale fantasia e tenacia dalla maggioranza dei valsusini e, infine, quella degli indomiti vicentini, da anni in lotta contro la costruzione della base militare Usa a Dal Molin. La nonviolenza in Italia mantiene altissimi livelli.

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"LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": Quale ruolo può svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- PATRICK BOYLAN: Insegnare a tutti a chiamare le cose con i loro nomi e cognomi, come appena detto. Basta con i tatticismi e i diplomatismi. Infatti, la vera forza della nonviolenza non sta nell'ostinazione di qualche manifestante, malgrado le manganellate ricevute, ad alzare un cartello davanti al Palazzo, bensì nella verità di ciò che quel cartello proclama senza mezzi termini. Essa mette a nudo il re? Allora quell'azione nonviolenta, ed altre simili, alla lunga spodesteranno chi ordina le manganellate. Perché, come insegna Gramsci, per durare il potere deve reggersi sul consenso ideologico, non solo sulla coercizione. Vedremo dunque, nella Marcia del 25 settembre, quanti cartelli alzati rimarranno generici e senza effetto, e quanti invece, come dicevo, metteranno a nudo il re e le sue bugie. Le bugie sul carattere "necessario e umanitario" dei bombardamenti dei libici e degli afghani. Le bugie sulla "necessità", per tenere le fabbriche Fiat in Italia, di privare i lavoratori dei loro diritti. Le bugie sull'"ampia consultazione con la popolazione" che sarebbe stata condotta, prima di decidere la costruzione della Tav o della base militare Usa a Dal Molin.

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"LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": Quali i fatti più significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- PATRICK BOYLAN: Per l'Italia, oltre ai tre esempi già dati, aggiungerei il lavoro fantasioso, tenace e pacifico dei referendari per l'acqua pubblica contro le prepotenze del governo. Per l'estero indicherei la sollevazione tunisina e forse quelle nello Yemen e nel Bahrain (ma non quelle egiziana, libica o siriana, tutte manipolate in parte o in parte violente) e la "Freedom Flottilla", che continua a mettere a nudo l'illegalità e la crudeltà dell'embargo israeliano contro Gaza e la Palestina.

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"LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- PATRICK BOYLAN: Come già detto all'inizio, sulla riscoperta (e quindi sulla denuncia ad alta voce) delle radici economiche e politiche di ogni sopruso violento, con l'individuazione precisa di chi ci guadagna e in che modo. Ciò vale per le violenze private tanto quanto per quelle sociali. Ovviamente non bisogna trascurare di indagare, nel contempo, anche le radici soggettive del fenomeno: la propensione distruttiva nella natura umana, fonte carsica della violenza e che è qualcosa di più del Thanatos freudiano.

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"LA NONVIOLENZA È IN CAMMINO": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa è la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- PATRICK BOYLAN: Penso di aver già risposto. È l'uso esclusivo, come arma per combattere i soprusi, della forza della nuda verità. Insieme all'intima comprensione (e quindi alla condivisione empatica) delle ragioni, per quanto perverse e ributtanti, di chi pratica la violenza. Come ci si accosta? Ritrovando, per prima cosa, la verità dentro di sé, facendo cioè pulizia delle menzogne accumulate e delle proprie tendenze a prevaricare, poi rivolgendo lo sguardo sul mondo intorno a se - e lasciandosi innamorare. Poiché ogni militanza, se retta, parte da un atto d'amore per qualcuno, per qualche gruppo, per qualche ceto sociale. E se è retta, è nonviolenta.

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