Se la sinistra rincorre la destra
Ogni domenica sera all’inciucio party
di Marina Minicuci


 

Un cronista de La7 descrivendo la messa solenne per i venticinque anni di pontificato di Wojtyla così si è espresso: «La folla di Piazza San Pietro, in un clima di grande commozione cerebrale...». Un corto circuito mentale. Può capitare. Ma un conto è un lapsus, un conto sono le fesserie che sentiamo, e qualche volta ripetiamo, continuamente senza soffermarci a riflettere su di esse. Qualcuno dirà che non importa perché nessuno le ascolta e non è solo un problema dei nostri tempi. Tuttavia ai giorni nostri, dove le parole viaggiano in ogni dove e ci sommergono, è un’overdose di idiozie della quale forse si può morire, magari per “commozione cerebrale”. L’unica mente pensante del centro destra, Adornato, per classificare gli schieramenti politici si diletta nel riciclare vecchie idiozie sullo stile degli occhialetti alla Gramsci sono di sinistra, i Ray-Ban di destra; l’eskimo di qua, il loden di là; così come la doccia e il bagno; la Renault 4 e il Maggiolone; la moquette e il parquet... Mentre il centrosinistra si è difinitivamente incistato e spaccato, guarda che novità, su riformismo e massimalismo, tanto che se non ci fosse da tremare per lo spavento di quel che ci aspetta, sarebbe comico. Da una parte il partito riformista, alla Blair. La grande democrazia inglese sì che partorisce idee nuove! Sentite questa. «Più di 500 aziende britanniche classificano segretamente clienti e consumatori sulla base del reddito: i ricchi vengono messi in cima a qualsiasi coda telefonica, ricevendo un trattamento improntato alla massima cortesia ed efficienza; i poveri vengono sistemati in fondo e le loro chiamate sono le ultime ad ottenere risposta, se la ottengono». Un’idea che piacerà al grande partito riformista guerrafondaio che dialoga col centrodestra e magari va ad Arcore ogni domenica sera per l’inciucio party. Chissenefrega della base, le masse, il popolo bue e i proletari che tanto non ci sono più. E se ci sono votano Berlusconi che almeno si vede che s’è fatto da solo.
La sinistra è intellettuale, classe media, qualche volta alta. Sarà per questo che da due anni ci sentiamo ripetere che dobbiamo pescare voti al centrodestra. Da non credere. È la fissa di tutti. Caso mai anche quelli del centrodestra si fissassero che bisogna pescare voti al centrosinistra, potremmo cambiare campo, tanto per variare un po’. Si fa nello sport e noi siamo sportivi. Dall’altro lato, a sinistra del centrosinistra, ci sono quei rompiscatole dei massimalisti che dicono no a qualsiasi proposta e finiranno per farsi la loro bella federazione di frattaglie che mantiene intatti il proprio individualismo e alta “bandiera rossa la trionferà”. Resta da vedere dove accidenti collochiamo Di Pietro. Perché fra i riformisti non lo vogliono, lo Sdi ha messo il veto e Fassino e Rutelli hanno accettato il ricatto. Nemmeno facendo i conti della serva si può spiegare perché, giacché Di Pietro ha almeno il triplo dei voti dello Sdi. Dalla nostra parte, dalla parte dei movimenti anche. Tutto quello di cui sopra. E di più. Quelli fra di noi che hanno rifiutato qualsiasi tipo di dialogo dicendo “non se ne parla neanche” quando si voleva fare l’Ulivo, ostacolando inoltre ogni richiesta di coordinamento che consentisse di dare voce democratica al movimento, ora proclamano l’unità del centrosinistra. Ma come possiamo chiedere ad altri quello che noi non sappiamo fare? E dunque pare deciso. Alla fine di novembre faremo un convegno e nomineremo un coordinamento e una lista unitaria dei movimenti. Ne siamo lieti. Meglio tardi che mai. Noi abbiamo cominciato a dirlo all’Eremo di Ronzano, esattamente un anno e mezzo fa. Se si produrrà il miracolo forse potremo dire ai partiti che noi ce l’abbiamo fatta e perciò pretendiamo che ce la facciano anche loro.

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