Marina Minicuci
Indugiare, come si fa nel centrosinistra, nella distinzione fra moderati e radicali, vuole dire non essersi resi conto fino in fondo - fatta salva la buona fede, beninteso - dell'emergenza democratica nella quale viviamo. Vuole dire dividere anziché unire l'opposizione nel suo complesso. Sia i partiti che le forze sociali (sindacati, movimenti, associazioni, singole persone). Partendo da questo convincimento, nell'assemblea tenutasi a Bologna il primo novembre, la retedeimovimenti si è posta l'obiettivo di contribuire a promuovere una convenzione nazionale per avviare il percorso costituente dell'Ulivo e ha rinnovato il proprio impegno a farsi garante affinché la selezione delle candidature alle competizioni elettorali avvenga attraverso un processo democratico e partecipato. Riteniamo necessaria una coalizione, la più larga e trasversale possibile, fra quanti hanno compreso che non esiste nemmeno competizione democratica fra i due poli in presenza di una anomalia abnorme come il berlusconismo. Consideriamo rovinosa l'ipotesi di una lista che nasca dal mero accordo di vertice fra una parte dei Ds, una parte della Margherita, e lo Sdi che con una manciata di persone al seguito si permette persino di mettere il veto all'Italia dei valori. E' un'ipotesi talmente scellerata e miope che, a nostro avviso, ci preparerà ad ulteriori sconfitte. Chi tenta di spiegare l'operazione mini-Ulivo, affermando che si creerà così un'area riformista di sinistra contrapposta ad una radicale riunita in una federazione: correntone Ds, Verdi, Comunisti italiani, qualche pezzo di movimenti e forse - non si sa mai! - Rifondazione, produce rozze separazioni che hanno scarso riscontro nella realtà e le contraddizioni, nel caso questa stolta operazione decollasse, non tarderanno a dimostrarlo. Vi è infatti un'articolazione di posizioni all'interno dell'opposizione che è arduo classificare in due grandi aree. Chi è massimalista in una questione, può essere riformista in un'altra e conosciamo politici e simpatizzanti della Margherita più radicali dei comunisti. Tanto per dire. Inoltre, ai nostalgici del proporzionale diciamo che è necessario considerare che il permanere di una pluralità di organizzazioni partitiche sempre più autoreferenziali ha determinato il distacco dei potenziali elettori di centrosinistra e di sinistra. La coalizione prende sempre molti più voti rispetto alla somma di quelli attribuiti ai singoli partiti che la compongono. Perché questo dato riscontrabile ormai da un decennio lascia tutti indifferenti? Perché non si riflette sulla questione che la perdita di consenso di Berlusconi non si trasforma in consenso per l'opposizione? Perché non si cerca di recuperare il crescente astensionismo? Nell'ultima tornata elettorale delle amministrative i nostri simpatizzanti ci hanno sommerso di mail nelle quali non si dicevano disposti ad andare a votare. Abbiamo fatto assemblee e appelli, risposto a ciascuno singolarmente, pregandoli di non astenersi dal voto in un momento tanto delicato. Molti hanno risposto: votiamo perché ci fidiamo di voi, ma questa è davvero l'ultima volta! Non sperino perciò i partiti dell'opposizione che li andremo a votare comunque. Non ci contino perché la misura è colma. La formazione di una lista unitaria alle elezioni europee può essere una boccata di ossigeno per rianimare un elettorato stanco e sfiduciato. Tuttavia è necessario che il processo di formazione delle liste non segua la sola logica partitica, ma coinvolga senza veti tutte le istanze disposte a scendere in campo. Noi riproporremo con forza la lista unitaria alle elezioni europee, proposta in prima battuta dal presidente della Commissione europea Romano Prodi, come terreno di confronto a condizioni molto chiare e come primo passo verso la "casa comune" che, senza prevaricazioni ed egemonismi, si formi all'insegna della massima apertura per un'Europa che abbia al centro della sua missione le tematiche universali della pace, dello sviluppo sostenibile, delle garanzie, dei diritti e di un rinnovato Stato sociale. retedeimovimenti@tiscali.it
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