E’ un po’ che ho questo pezzo in punta di penna, sull’onda dell’indignazione in qualche momento mi ero anche ripromessa di ritagliare e conservare alcuni articoli dell’esimio costituzionalista Sartori, ma non l’ho mai fatto perché alla fine è sempre prevalso il pensiero che in questi terribili anni abbiamo camminato al fianco di compagni di sventura con i quali mai avremmo spartito qualcosa in tempi “normali” e il professore è certamente fra questi. E soprattutto perché ci sono cose assai più urgenti di cui occuparsi.

Tuttavia, dopo l’ultimo “ragionamento” di questo maestro della democrazia che è il prof. Sartori, la nostra mailing list è percorsa dall’indignazione e allora mi corre l’obbligo di ricordare - a memoria - alcune perle dell’illuminato professore che non lesina critiche feroci ai ragionamenti altrui e perciò sarebbe ragionevole aspettarsi che non attentasse tanto spesso ai principi della logica, che non ci ammannisse ragionamenti che appaiano infondati e mal costruiti a cervelli tanto più piccoli del suo.

Scuserete la fretta e la poca cura nello scrivere: voglio solo informare senza perderci molto tempo.

Sulla questione palestinese Sartori volle dimostrare la debolezza dei ragionamenti di Said, Terzani e Maraini, critici con le posizioni della Fallaci. Per dimostrare ciò asserì che Edward Said (che allora era ancora fra noi) non poteva essere altro che filo palestinese dato che era, purtroppo per lui, palestinese. Sillogismo perfetto: un palestinese non può ragionare. Proprio un bel ragionamento, non c’è che dire!

Con un altro sillogismo encomiabile il professor Sartori “dimostrò” che siccome Terzani non si dichiarava favorevole ad ammazzare i terroristi ne deduceva che li voleva lasciare liberi di agire, voleva eliminare le carceri e liberalizzare la criminalità organizzata.

Non ricordo cosa disse della Maraini ma chiunque voglia farsi quattro risate può andarsi a leggere gli articoli sul web o in emeroteca.

Scrisse poi che non si può comparare la violenza di chi inizia con quella di chi si difende e sarebbe un ragionamento forse discutibile (nel senso che si potrebbe discutere) se i cattivi fossero sempre i primi ad attaccare e in questa confusione globale avessimo la certezza di chi è che inizia. “Contro i terroristi” – dice Sartori – “è lecita l’esecuzione extragiudiziale preventiva” (schema Bush, azzeramento della democrazia). Questo chiede Sartori a quelli che ragionano bene come lui?



Questo raffinato intellettuale, nuovo vate della “sinistra” che aspira a governare, ragiona come Bush, cioè come in seconda elementare: bianco/nero, male/ bene, cattivo/buono. Chissà se ritiene che anche Hannah Arendt ragionasse male quando diceva che la democrazia è di per se stessa un fine che non può costituire un mezzo per ottenere qualcos’altro? La democrazia è un fine che non può servirsi di qualsiasi mezzo.



Venne poi Pannella, a rompere il mio borbottio solitario contro Sartori, un giorno in cui alla radio o in tv – non ricordo - a proposito di quale idiozia pronunciata dalle autorevoli labbra - disse più o meno: “lei, professore che è tanto intelligente dice in modo autorevole un sacco di sciocchezze!”.

Poi venne un articolo incredulo e stupito di Eugenio Scalfari per un ragionamento, si fa per dire, di Sartori sui numeri delle scorse elezioni, ragionamento che dimostrava che non sa neppure contare e la matematica è per lui un’opinione. Era talmente assurdo ciò che sosteneva (a cui risposero anche Fassino e Aprile) che il mio micro-cervello non l’ha considerato degno di archiviazione.

Infine, i temi che esprime nel suo ultimo scomposto articolo non sono nuovi, aveva già sostenuto, con una delle sue perle di logica, che Zapatero non ha voluto aspettare neanche un mese dall’insediamento prima di ritirare le truppe dall’Iraq perché ha scoperto che gli Stati uniti non avrebbero mai ceduto a terzi il comando del loro miglior esercito. E così facendo Zapatero ha creato un effetto domino sulla sinistra italiana. Gli americani hanno sprovvedutamente attaccato un Iraq che non era in alcun modo una base di guerra per il terrorismo islamico. Ma dalla loro sconfitta alla nostra fuga alla Zapatero uscirà proprio lo stato terrorista che non c’era.

Bravo professore! E’ come dire: sono venuto a casa tua a spezzarti le reni perché pensavo avessi violentato mia figlia. Mi sono sbagliato perché non avevi violentato mia figlia, ma adesso se me ne vado da casa tua diventarai il violentatore di mia figlia. Forse professore anche i maxi-cervelli vanno in pensione. A meno che lei, professor Sartori, a furia di pensare di avere a che fare con micro-cervelli la cui insulsaggine si legge nelle facce – non si offenda, anche la sua non è un certificato di garanzia!- non voglia privare l’opinione pubblica degli elementi fondamentali per considerare le responsabilità degli Stati Uniti e dei suoi alleati in un conflitto in cui siamo ormai tutti dentro fino al collo.

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18 ottobre 2004

Come ragiona Sartori?

di Marina Minicuci

Sito della Rete, ripreso poi da inMovimento


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