n° 113 - febbraio   2004     

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Separati in casa, ma con rispetto
 

Marina Minicuci

Voltata pagina sulla speranza di una vera lista unitaria del centrosinistra cerchiamo di comportarci come civili separati in casa che in attesa di tempi migliori per tutti - che vedranno ciascuno frequentare le compagnie che predilige - mantengono il rispetto reciproco.
Il triciclo - ci dicono - non bisogna più chiamarlo così perché risulta offensivo e polemico. D'accordo, però è difficile far digerire che si chiami "lista unitaria" a chi sperava davvero in una lista unitaria del centrosinistra. A chi sperava che Prodi, quando lanciò la proposta, volesse proprio evitare quel che invece è accaduto. Provvisoriamente, almeno in questo articolo, chiamiamolo: "lista dei moderati di sinistra".
Ai moderati di sinistra chiediamo che dopo che tutti noi abbiamo dovuto dolorosamente assumere una loro scelta che esclude anche chi voleva essere incluso, Di Pietro, anche loro assumano che Di Pietro e pezzi dei movimenti e persone del mondo della cultura e della politica, facciano le loro scelte. Comprendiamo quanto sia doloroso vedere lo staccarsi di pezzi dei Ds, ma nessuna scelta è possibile senza una rinuncia e vogliamo sperare che i vertici del partito questo l'abbiano messo in conto e abbiano convenuto che, dal loro punto di vista, questo è il minore dei mali. Che non significa che sia esente da mali. Quindi mettano un punto a capo alla questione, non solo a parole ma anche nei fatti, e lascino che chi non condivide la loro scelta operi, a sua volta, le proprie scelte.
Quanto alla neonata lista ulivista, crediamo che ai fini di un risultato positivo dell'Ulivo sia cosa utile. Per il momento è nata l'alleanza Occhetto-Di Pietro e qualche individualità dei movimenti, ma altri fronti presumibilmente si apriranno. Che di per sé è già un segnale positivo.
Nel Forum romano dell'ultimo giovedì del mese, promosso dalla rete dei movimenti, alla presenza di Occhetto, Di Pietro e quasi tutti i sostenitori di questa lista, l'impressione dei presenti (ventidue rappresentanti delle associazioni e dei movimenti romani e molti cittadini) è stata positiva. Si è aperto un ampio dibattito che ci ha tenuti svegli fino alle 3 del mattino e molti ci hanno scritto e telefonato, nei giorni a seguire, dicendoci "grazie, adesso so per chi votare" o anche "erano anni che non vivevo un momento così ricco di emozioni e nuovi fermenti". Naturalmente c'è stato anche chi ci metteva in guardia da ingenui entusiasmi. Il "nuovo" non è di per sé necessariamente meglio del "vecchio" e uno degli argomenti addotti dai protagonisti della nuova lista in quell'assemblea, e cioè che la lista nasce perché non è nato l'Ulivone o l'Ulivetto non ha convinto. Mentre l'altro argomento, che la lista nasce perché i moderati non saranno in grado di raccogliere tutta quella parte del centrosinistra che si riconosce nell'Ulivo e quindi nasce per dare una mano all'Ulivo, sembra a tutti un'argomentazione convincente e propositiva.
Resta tuttavia prematuro per la maggior parte di noi decidere se e chi eventualmente appoggiare. Prematuro perché di tutto si parla fuorché di programma. E' come pensare dove sistemare i mobili in una casa che non sappiamo ancora come sarà. Anche la questione dei movimenti che sono separati, pezzi di qua e pezzi di là, più pezzi sciolti, riproduce, come spesso accade, identiche logiche a quelle dei partiti. Si parla cioè di quello che taluni dovrebbero o non dovrebbero appoggiare mentre ancora non si sa che cosa significa abbracciare una lista piuttosto che un'altra. La nostra posizione è aperta a tutta l'area del centrosinistra, ulivisti e non, e decideremo se appoggiare o no qualcuno solo e quando ascolteremo qualche punto programmatico per noi condivisibile.
Il documento Prodi, direte voi, è già un programma a cui ispirarsi. E va bene, ma quel documento è stato scritto in modo necessariamente un po' generico perché - noi continuiamo a voler sperare - era riferito a tutta l'area ulivista. Ora che l'area ulivista si divide in due, le tematiche proposte da Prodi debbono necessariamente entrare più nello specifico. Per fare solo alcuni esempi, vorremmo sapere cosa si decide sul grande tema della pace e della guerra, che non è solo riferito all'intervento in Iraq ma anche a tutti quelli che in futuro si presenteranno. Vorremmo sapere se si pensa di cancellare le leggi vergogna approvate da questo governo. Vorremmo sapere cosa si pensa di fare sul versante delle politiche sociali, dei diritti di cittadinanza, dell'ambiente, del welfare...

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