Da Aprile, Dicembre
2004
Sognare, Progettare, Realizzare di Marina
Minicuci
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Durante
la prima settimana di dicembre si sono riuniti a Caracas più
di 300 intellettuali e artisti provenienti da 52 paesi per
partecipare all’Incontro Intellettuali e Artisti in
Difesa dell’Umanità”.
L’appuntamento, voluto dal Presidente Hugo Chavez,
vuole essere il primo di una serie di incontri volti a trovare
risposte nuove alle emergenze del mondo. I temi: la difesa del
pianeta; dell’integrazione dei popoli; dell’economia
emancipatrice e solidale; della sovranità e della legalità
internazionale; dell’unità, della diversità e
della cultura per tutti; della conoscenza per tutti; della
partecipazione popolare; della veridicità e della
pluralità dell'informazione; della memoria; della
pace.
L’incontro è stato permeato da
un’atmosfera entusiasta e combattiva nella quale studiosi
di tutti i paesi hanno convenuto sulla necessità di andare
oltre il muro di resistenza di fronte al progetto neoliberalista
e di passare all’offensiva prima che per l’umanità
sia troppo tardi. Offensiva più volte sollecitata dallo
stesso Hugo Chavez che nei quattro incontri avuti con gli
intellettuali ha entusiasmato tutti fino alla commozione.
Il
Presidente bolivariano è una forza della natura, uno
straordinario uomo politico, tutt’altro che quel populista
che la nostra disinformazione
descrive: i discorsi di Chavez sono pieni di contenuti, progetti
e idee forti e rivoluzionarie che in tutta la sua storia politica
(che ha inizio sul finire degli anni settanta) ha dimostrato di
mettere in atto.
Chavez ha ripetutamente annunciato
l’intenzione di radicalizzare la Rivoluzione, ha detto che
la rottura con il sistema dominante richiederà al popolo
enormi sacrifici e grande fermezza. Egli sa di poter contare
sulla sua gente, sulla maggioranza della popolazione che in
Venezuela vive sotto la soglia della povertà e che, con il
suo governo, è passata dall’essere trattata alla
stregua di bestie ad avere tutti i diritti che gli spettano.
Ma
la strada è costellata di tremende insidie, interne ed
esterne. Da quelle che arrivano da Washington che ha già
tentato più volte di rovesciare il governo (ci sono anche
le prove documentali) con azioni di vario tipo e un colpo di
Stato. Alla disinformazione
imperialista che rovescia la realtà sistematicamente,
talvolta addirittura presentando il leader venezuelano (che ha
stravinto nove consultazioni in sei anni) come un dittatore. Alle
minacce interne, talora nella sua stessa classe dirigente. Da qui
l’urgenza di fare uscire al più presto la
rivoluzione bolivariana dall’isolamento dei confini
venezuelani. Impegno nel quale tutti gli intellettuali presenti
all’incontro si sentono ora investiti. E che prevede
molteplici iniziative per il 2005. Fra le quali, un Incontro
Mondiale sui Mezzi di Comunicazione in Difesa dell’Umanità,
da realizzarsi nel primo semestre dell’anno.
E per
quanto ci riguarda più direttamente, la visita del
Presidente Chavez a Roma alla fine del prossimo luglio in
occasione dell’anniversario (1805) del giuramento di Simon
Bolivar, l’eroe venezuelano a cui la rivoluzione chavista
si ispira. Giuramento che
scaturì dall’ispirazione e dall’emozione di un
tardo pomeriggio romano, in cui il 22enne Bolivar in compagnia
del suo amico Simon Rodriguez nell’ammirare, in cima ad uno
dei sette colli - l’Aventino - la bellezza della Roma
millenaria, ricorda che qui tutte le grandezze hanno avuto il suo
culmine e tutte le miserie la sua culla.
Decide e giura,
in un atto semplice assurto a sublime, che le sua mente, le
braccia e l’anima non avranno riposo fino a quando il suo
popolo non sarà liberato dalle catene che lo opprimono per
volontà del potere spagnolo e lancia il trinomio
fondamentale su cui la Rivoluzione poggia: SOGNARE e PROGETTARE,
quali anticipazione e premessa per un futuro migliore e
REALIZZARE, di conseguenza.
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