Da Aprile,
Gennaio 2005
Primarie:
i pugliesi scelgono Vendola. La base è molto più
avanti di chi la governa. di Marina Minicuci
|
|
Questa
vittoria non dev'essere un episodio isolato
Credo
che la vittoria di Nicky Vendola in Puglia sia una delle più
belle notizie degli ultimi anni. Forse la più bella,
perché dischiude un mondo di speranze per le nostre future
sorti politiche che molti di noi faticavano ad avere ancora.
Il
perché non è fazioso ma è concreto e
semplice.
Primo: Vendola è uno dei rarissimi
politici (si contano sulla punta delle dita) onesto, coraggioso,
capace, intelligente e con un forte legame con la base.
Secondo:
i pugliesi -messi in condizione di esprimere il loro parere-
hanno dimostrato di riconoscere ciò che è bene per
loro.
Terzo: le primarie, anche se ancora molto
imperfette, funzionano.
Che siano state riconosciute le
qualità indispensabili ad una persona che pretende di
governare i propri concittadini non era cosa scontata ma conferma
inequivocabilmente ciò che da molto tempo andiamo dicendo.
E cioè che la base è molto più avanti di chi
la governa e la distanza fra i cittadini e i propri
rappresentanti è siderale. Se andiamo ancora alle urne a
dare il voto a candidati caduti dall'alto e che non saranno mai
in grado di risolvere i drammatici problemi dei cittadini perché
non ne hanno la capacità, o la volontà, o
semplicemente perché non possono in quanto servi delle
segreterie partitiche e delle loro meschine ambizioni personali,
è solo perché viviamo sotto continuo ricatto.
Da
che ho memoria abbiamo sempre votato col naso turato. Perché,
dall'altra parte, c'è sempre qualcosa di peggio. Un
ragionamento di senso comune ma - invito a riflettere - forse non
di ''buon '' senso. Perché se questo ragionamento
producesse frutti, o almeno scongiurasse pericoli più
grandi, staremmo sempre meglio. Forse di poco, ma la nostra
classe dirigente avrebbe dovuto progredire in qualità,
insieme -va da sé- alla qualità di vita di noi
governati. Invece, e questo è evidente a tutti, andiamo
sempre peggio. Per fare solo l'ultimo eclatante esempio: con
Berlusconi pensavamo di avere toccato il fondo e invece eravamo
solo al principio.
Vale quel detto francese: plus ça
change plus se la meme chose. Anzi, diremmo addirittura che più
si cambia e peggio va. Siamo intrappolati in un sistema marcio e
il modo per uscirne non è quello di starci dentro in modo
più o meno ragionevole ma di spezzare il cerchio. Uscirne
appunto. La soluzione, come ogni rompicapo che si rispetti non è
all'interno dello schema ma fuori dallo schema. Lo dico
chiaramente (sapendo che questo scatenerà la riprovazione
di molte persone di onesto buon senso e benpensanti, oltre a
tutti quegli alt ri di cui non intendo preoccuparmi) questo vuol
dire che abbiamo solo un modo per dimostrare il nostro dissenso e
spezzare il cerchio quando ci presentano candidati paracadutati
dall'alto, che non abbiamo scelto e dovremmo digerire solo perché
meno peggio di qualcun altro: non votarli.
Quello che è
accaduto in Puglia è un caso fortunato per tutte le
persone decenti di questo paese, anche quelle che - pur decenti
-, per le ragioni che siano, non lo sanno o non sono disposte ad
ammetterlo. Ma è un caso appunto. Reso possibile dal fatto
che le oligarchie partitiche non hanno pensato per un solo
momento che Vendola potesse avere la meglio sul candidato
paracadutato dall'alto. Altrimenti, statene certi, non lo
avrebbero candidato. E adesso, avete già sentito con le
vostre orecchie le manovre affinché questo episodio
rimanga isolato.
La democrazia non si decreta ma si
costruisce e vuol dire ''governo del popolo''. Il popolo deve
dire con forza, ora e subito, che non andremo m ai più a
votare un candidato che non sia scelto dagli elettori. Se avremo
questo coraggio riusciremo a spezzare il perverso cerchio e
riconquistare davvero un'Italia migliore, uno schieramento
decente e la nostra dignità di cittadini consapevoli,
maturi e non ricattabili. Solo se avremo questo coraggio le cose
nel nostro paese potranno cambiare. In caso contrario, il felice
episodio pugliese, sarà l'ennesima occasione perduta.
|