Da Aprile, Settembre 2004

Mente islamica o mente cristiana?
di Patrick Boylan e Marina Minicuci

 

 


Le manifestazioni di solidarietà vanno benissimo. E' giusto riunirsi davanti alla sede di "Un Ponte per..." e condividere il nostro dolore con familiari e compagni di sventura di fronte a tragedie come quelle delle due "Simone". Ma attenzione a non farci abbindolare.

Per dire NO ai sequestri, per dire ai loro probabili mandanti che questa politica non ci disorienta e non ci intimorisce, il luogo più appropriato per nostra la protesta è davanti a Palazzo Chigi e all'ambasciata degli Stati Uniti.


Infatti, appare ormai molto probabile per conto di chi agisce il sedicente "esercito islamico" che ha ucciso Baldoni, ha rapito i due giornalisti francesi e le due operatrici per la pace italiane (lo stile, almeno, è quello). Più che di "fanatici islamici" probabilmente si tratta di squadroni della morte. Gli stessi che, secondo la rivista Le Monde (di ben 8 mesi fa), la CIA stava allenando in Israele. Gli ultimi tristi eventi indicano che l'allenamento è concluso e che l'ambasciatore americano in Iraq, Negroponte, li ha messi al servizio del Primo Ministro iracheno Allawi per facilitare la sua ascesa al potere quale novello Saddam?


E' noto infatti che Allawi lavorò per la CIA come consulente e reclutatore di spie, e prima ancora come collaboratore dei Servizi segreti britannici (proprio come Saddam). E ora sta agendo esattamente come Saddam quando, quaranta anni fa, sostenuto da Washington, prese il potere. Del resto, altro non è che ciò che hanno fatto i dittatori sud americani arrivati al potere con l'appoggio della CIA, in Honduras, Guatemala, Bolivia, Cile, Argentina... Allawi ha ripristinato la pena di morte, ha istituito il coprifuoco e ora con gli squadroni della morte può eliminare l'opposizione in vista delle elezioni del prossimo gennaio (se ci saranno). Come Saddam prima maniera e come i dittatori sud americani. ovviamente non desidera testimoni oculari del regno di terrore che sta per iniziare. Il ritiro, da parte delle ONG, di tutto il loro personale dall'Iraq, se mai ci fosse, sarebbe dunque un regalo a Negroponte, Allawi, Bush e compagnia bella.


E tuttavia, dopo gli ultimi eventi, chi sta in Iraq deve sapere che rischia qualcosa che va oltre l'ovvio rischio di operare in un paese in guerra.


Molti di noi avranno letto libri o almeno visto uno dei film in cui si narrava dei giovani americani spariti in America Latina perché cercavano di educare la gente all'indipendenza o dei preti e delle suore e di Mons. Romero, massacrati perché predicavano la teologia della liberazione (nella fattispecie, liberazione anche dall'imperialismo americano). Tutti quanti eliminati fisicamente da misteriosi squadroni di rapitori/assassini. Forse però non tutti sanno che a organizzare questi squadroni in America Latina sono stati proprio Bremer e Negroponte, il primo è stato governatore dell'Iraq fino al maggio scorso e il secondo è il nuovo ambasciatore americano (con più di 3000 dipendenti!!).


Così appare chiaro perché i guerriglieri iracheni anti-Bush non possono deporre le armi. Se lo facessero sarebbero arrestati con qualche scusa, o rapiti nottetempo dagli squadroni della morte e farebbero la fine del "nostro" povero Baldoni. Proprio come avviene in America Latina, ma anche in Algeria e da qualche anno altrove. Coprifuoco di sangue. Uccisione dell'intera opposizione non fedele agli USA. Menzogne mediatiche atte a confondere le acque e a far sì che la gente getti la spugna della comprensione e non vada nemmeno più a votare. Come quel tanto pubblicizzato "scontro di civiltà" che è una sonora stupidaggine messa in circolazione da gente "furba" che sa quel che fa e non gli importa quel che provoca. E alla fine della favola il governo indice le "libere elezioni" e indovinate chi vince?


Dunque, cari amici dei movimenti e delle associazioni, continuiamo a chiedere la liberazione delle due italiane rapite, ma non facciamo il gioco del nemico stilando appelli a presunti "guerriglieri islamici" o interrogandoci ingenuamente sul perché i rapitori non hanno pietà di due ragazze che tanto hanno fatto per aiutare gli iracheni a svilupparsi, a gestirsi come popolo indipendente (è proprio questo il loro "torto"!).


Se malauguratamente dovessimo accettare di usare gli schemi razzisti proposti dai mass media, non faremmo altro che avvalorare il mito di una mente islamica deviata che è ciò che vogliono le menti davvero deviate che hanno probabilmente commissionato questo rapimento. Menti cristiane al cento per cento che non si trovano a Saddam City ma a Washington, all'ambasciata americana a Baghdad e a palazzo Chigi, dove volentieri si riceve Allawi.





 
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