Da "Avvenimenti"
24 settembre 2004  (37)

Per tornare a perdere.
di Marina Minicuci


  Per tornare a perdere basta poco. L’ha egregiamente scritto Giorgio Bocca e l’abbiamo visto alle scorse elezioni: è un testa a testa, basta un soffio e anche questa volta ce la faremo a restare in panchina per un’altra manciata d’anni. Per tornare a perdere basta che l’unico leader di cui attualmente disponiamo sia screditato da altri o provveda autonomamente all’autodelegittimazione. Per tornare a perdere basta che della Costituente dell’Ulivo non se ne faccia più nulla. Per tornare a perdere basta che “Uniti nell’Ulivo” decolli nella più completa autoreferenzialità partitica. Per tornare a perdere basta che i partiti cosiddetti radicali non si uniscano in una federazione (o qualcosa del genere) a causa non di dissensi ideologici ma di antiche ruggini fra i suoi leader. E che tutti insieme stoltamente, sinistre cosiddette riformista e radicale, abbandonino il pesante fardello del tanto delicato e decantato rapporto con la società civile organizzata in gruppi, associazioni e movimenti e, invece del vero e arduo dialogo con la parte attiva e viva del movimento, si ripieghi con la candidatura -specchietto per le allodole- di qualche personaggio compiancente che pur avendo bazzicato nei movimenti (più per i casi suoi che per i nostri), non ci rappresenta senon altro per la banalissima ragione che non ha chiesto, e quindi eventualmente ottenuto, la nostra rappresentanza. Rappresentanza che c’è perché ce la siamo data già da mesi, qualche volta da anni: la maggior parte della società civile organizzata che ancora anima i forum, le manifestazioni, le mailing list ha infatti da tempo compreso e posto rimedio all’annoso problema del non volersi minimamente strutturare dandosi appunto una rappresentanza che consenta alla nostra galassia di avere interlocutori legittimati a sedersi ai tavoli di discussione. Ma se ciò non è giunto nemmeno a conoscenza (non certo per colpa sua) della peraltro informatissima Rossana Rossanda, significa che è qualcosa che è meglio ignorare, per tornare a perdere. Per tornare a perdere basta che si concretizzi meglio tutto ciò che già nell’aria. E la speranza che il governo Berlusconi perda senza il contributo del centro sinistra è logica e “umana” ma peregrina perché non tiene conto di quel che già l’esperienza ci ha insegnato: si può vincere per maggior demerito dell’altro ma quand’è così in carica si dura un soffio per poi, subito dopo, tornare a perdere.
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