Da "Avvenimenti"
8 ottobre 2004  (39)

Giù le barriere etniche
di Davide Delicone


 
Da vari mesi la Rete dei movimenti sta lavorando sul territorio per contribuire (nel nostro piccolo) a formare una nuova cultura che è presupposto imprescindibile per una nuova politica. In queste settimane stiamo progettando, nella città pilota di Roma, un'iniziativa di educazione interculturale destinata alle scuole dal titolo -provvisorio- “Una giornata di scuola in un quartiere etnico” per la quale ci avvarremo della collaborazione del Comune di Roma e in particolare dei quattro extra comunitari eletti al Consiglio comunale.

La tv è riuscita a realizzare in due anni ciò che la Lega Nord non ha potuto fare in venti. Ogni giorno dal fatidico undici settembre ci ammanniscono interminabili servizi sul "loro" terrorismo (quasi mai sul nostro, che è quantomeno la concausa del loro, non da ultimo l'attentato alle Torre Gemelle). Persino i discorsi in TV in favore della "tolleranza" tendono ad inculcare un razzismo subdolo: nel portarci a "tollerare" gli extracomunitari, ci esonerano dal doverli capire realmente. In tal modo i nostri pregiudizi rimangono intatti, sempre accesi sotto la cenere di una finta tolleranza.

Per opporsi, dal basso, a tale visione, la Rete dei movimenti ha promosso dunque un “viaggio interculturale” all’interno delle altre etnie presenti sul nostro territorio, mirata ad una comprensione (e quindi una convivenza) creativa, fonte di arricchimento per tutti. Il progetto -"Una giornata di scuola in un quartiere etnico" - vuole dare agli alunni degli istituti che vorranno aderire, un contatto vivo con la diversità etnica che i loro sussidi interculturali descrivono. Cosa vuol dire essere cinesi o filippini a Roma? Cosa abbiamo davvero in comune e quali sono le differenze che, se valorizzate ed integrate con cura, possono arricchirci a vicenda?

Non si tratta di organizzare gite "gastronomico-turistiche" in un quartiere etnico e ancor meno di sottoporre chi ci vive all'osservazione, come animali nello zoo. Il progetto cerca invece di abbattere il muro psicologico di diffidenza, prima ancora che diventi invalicabile, accogliendo a turni, in locali affiatati nel quartiere etnico prescelto, scolaresche delle diverse zone di Roma (soprattutto quelle interamente italiane) per condurre una mattinata normale di lezioni, incentrate sul tema della molteplicità di vedute della realtà.

Dunque un'ora di storia dedicata per metà alla storia italiana di una certa epoca -- con enfasi sulla particolare visione dell'uomo e della società di quella epoca -- e per l'altra metà alla storia del periodo analogo, come viene insegnata nei libri scolastici della comunità che la scolaresca sta visitando. Lo stesso per la Geografia, per le caratteristiche delle diverse lingue e via dicendo.

Scopo primario del progetto è quello di consentire agli alunni, soprattutto quelli italiani di origine, di avvicinarsi alla realtà culturale delle diverse etnie che consiste essenzialmente in una particolare visione del mondo e che difficilmente si può afferrare attraverso le descrizioni contenute nei manuali interculturali (o visitando il quartiere "da turista"). Il secondo scopo del progetto è quello di rinsaldare, situandola, l'identità culturale degli alunni italiani di origine -cioè portandoli a vedere la propria cultura come una stella scintillante di eccezionale bellezza... in un firmamento di mille altre stelle, ognuna bella a suo modo.
 

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