Spero
che vi metterà di buon umore sapere come il neo eletto
Soru ha dato inizio al suo mandato di Presidente della
Regione Sardegna.
Si è autosospeso lo
stipendio perché – ha detto - è già abbastanza ricco.
Ha revocato l’automobile ai
membri del Consiglio regionale che ne usufruivano.
Durante la prima riunione
del Consiglio regionale ha sconvolto la ritualità della
pausa pranzo sarda (che dura tre ore e alla fine vede
tutti prostrati di malloreddus, perceddu, guefus e pardole,
cannonau e filo e ferru) con 12 ore ininterrotte di
riunione del Consiglio e catering con panini e tramezzini
nelle pause.
Ha mandato in ferie forzate
il cerimoniere, dicendogli che alla fine delle vacanze gli
comunicherà il suo nuovo incarico. C’è da trasecolare ma
la Regione Sardegna aveva un maestro di cerimonie, come il
Quirinale!
Ma il novello Zapatero, non
ancora insediato, è andato persino oltre questi importanti
gesti emblematici.
Intervenendo nella
discussione relativa alla possibilità di edificare sulle
coste sarde a non meno di circa 300 metri dal mare, ha
affermato che lui pensava a 2000 metri. Si è scatenato il
putiferio. Sono insorti il Comune di Arzachena, sulla
Costa Smeralda, e molti altri Comuni costieri, non importa
di che colore politico. Gli affari sono affari e immediata
e stizzita è stata la reazione a cascata di tutti gli
interessi che ruotano attorno all’edilizia e che hanno
spesso fatto scempio di uno dei paesaggi naturali più
belli del mondo. Natura deturpata e ferita e
cementificazione scellerata delle coste sono purtroppo
ormai una realtà a cui si potrebbe porre rimedio solo
abbattendo tutto ciò che il questi ultimi vent’anni in
Sardegna è andato crescendo, sconvolgendo e deturpando
l’isola nel suo equilibrio naturale e estetico. Ma intanto
è importante porre un punto e a capo e cercare per il
futuro soluzioni che abbiano un impatto meno violento con
il territorio e l’ambiente. Ricondurre le persone a
pensare che la terra, le coste, non sono solo di chi se le
compra per edificare ma sono un bene comune che abbiamo
ricevuto dai nostri avi e abbiamo il dovere di consegnare
ai posteri.
Soru, insediato il 28 luglio
scorso, non avrà vita facile. Ha già dato fastidio ai
molti che vedono come fumo negli occhi una politica seria
che vuole indicare le direzioni e non farsele dettare
dagli interessi partitocratici e delle lobby.
L’impresa che si appresta a
compiere è irta di ostacoli e non dobbiamo permettere che
si disperda l’energia che ha sprigionato in questo
strepitoso inizio di mandato. Lo dovremo sostenere con
forza: movimenti e mezzi di informazione e possibilmente
anche quei partiti e uomini politici che ambirebbero al
nostro voto. Lo dovranno sostenere specialmente gli amici
della Rete dei movimenti sarda che sappiamo agguerriti e
determinati. |