10 febbraio 2005
 
Fantasimi di sinistra
di Marina Minicuci
 
Sito della Rete

 

 Questa Europa non è la nostra. 

Quando si parla della Costituzione europea (che dovrebbe essere approvata a breve) si dice che “è imperfetta ma intanto è un passo avanti”.  Vediamo le imperfezioni: è clericale, imperialista, militarista, antidemocratica, totalitaria (ai più pazienti, ne consiglio la lettura).  Se questo è il passo avanti che vogliono farci fare, meglio fermarsi alle rogne casalinghe. 

Tanto per cominciare dobbiamo tenerci aggiornati sul mutamento continuo del nome di quello che sarà il prossimo partito unico.  L’ultimo è “Unione” e mi sembra un nome azzeccato, potrebbero aggiungere “fin che morte non ci separi”, perché l’unica cosa di cui possiamo stare certi è che questa classe dirigente ce la terremo fino a che morte non li separi dalla seggiola alla quale stanno inchiodati.  Sono certamente uniti nella volontà di non andare mai a casa.  Il nostro legittimo desiderio di cambiamento lo possiamo esercitare sul nome che, di tempo in tempo, danno alla coalizione : Gad, Fed, Unione.

Fassino, nel suo discorso conclusivo al Congresso Ds, ci ha rimproverato perché da tre anni reclamiamo il programma.  Ma di che programma andiamo parlando? Loro hanno già dimostrato nella scorsa legislatura quello che sanno fare!

Infatti hanno scassato l’economia dai ceti medi in giù con l’euro e tramortito in paese permettendo a un uomo come Berlusconi di andare al governo.  Fidiamoci dunque sulla parola.  Adesso abbiamo una coalizione di fascisti-mafiosi-xenofobi a destra (Polo), una coalizione di centro (Unione), dunque vediamo cosa succede a sinistra.

Le due assemblee del 15 e 16 Gennaio e le stesse primarie del 16 in Puglia hanno rilanciato la speranza di una ricostruzione di una nuova sinistra critica ed alternativa che avvenga non nel chiuso delle stanze della politica, ma con la partecipazione delle persone e dei movimenti a questo processo.  Ma Bertinotti e Pecoraro Scanio hanno detto che non ci stanno, vogliono continuare a coltivare la loro vocazione minoritaria in santa pace.  Sono due autentici “no global”, peggio del Mullah Omar.

Così lo stoico Asor Rosa, insieme a Rossanda e via dicendo, fanno riunioni carbonare (nel senso che non lo sa nessuno, ma non per loro volontà) nel tentativo di riesumare la sinistra.  Si è già istituita una camera (mortuaria) di consultazione e dicono che ogni tanto il tavolino si muove, segno che la morte è in comunicazione.

E infatti sono in programma vari appuntamenti fantasma.

Il primo alla fine di febbraio sul tema della pace.  State all’erta perché non sarà semplice averne notizia.  Tortorella anche rilancia, in fondo lui è il primo ad avere avanzato la proposta di una unione, pardon, una coalizione della sinistra.  Auspica il pregevole Tortorella “che le tante persone di sinistra, che partecipando ai movimenti di questi anni hanno dimostrato la volontà di costruire una nuova sinistra critica ed unitaria capace di incidere sulle posizioni dei partiti anche modificandole su grandi temi (vedi pace, diritti, politiche sociali), entrino in campo -- e da protagonisti -- e prendano in mano questo processo”.  Per questo pensa che “nelle concrete realtà territoriali in cui vivono ed operano, associazioni, movimenti, persone e soggetti politici attivino momenti di elaborazione permanente che rendano irreversibile questo processo, dettino l’agenda politica ed impongano la centralità del programma sulle formule e dei contenuti sui contenitori”.

Infatti, costruire dal basso è quello che noi tentiamo di fare, chissà se qualcuno ha idea della fatica improba che questo suppone e dei risultati infimi che produce! La costruzione dal basso è possibile se è incentivata e sostenuta dall’alto, da qualche governate o amministratore illuminato (si fa per dire).  Altrimenti, per vedere qualche risultato sono necessari dai due ai tre secoli, tuttavia possono sempre raccogliere i frutti i nostri eredi, visto che comunque altra eredità non avranno. 

Ma, come propone Tortorella, tentiamo pure di avviare a Roma questo percorso: in fondo il bello è il viaggio, non arrivare.  Noi ci saremo senz’altro e anche voi, sfrattati di sinistra e in cerca di una nuova casa, non mancate di esserci: mal che vada potremo sempre piangere insieme la defunta.

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