Da Aprile,
Aprile 2005
Il
Papa: intervista a Margherita
Hack. di Arturo
di Corinto
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E'
un paesaggio lunare quello della Roma semideserta - eccezion
fatta per il rione Borgo Pio, dove si ammassano i fedeli - che al
mattino celebra i funerali del Papa; diafana, a tratti sferzata
da improvvise folate di vento che sul sagrato della basilica
scoperchiano il santo capo dei centoquaranta prelati celebranti
la messa per Wojtyla.
Spettacolo in mondovisione ripreso
in diretta dalla stessa angolatura da tutte le televisioni
nazionali eccezion fatta per Italia1. Il numero dei fedeli in S.
Pietro e quelli nei punti di raccolta semivuoti dove troneggiano
i maxischermi è stato inferiore alle aspettative, tra 600
mila e 1 milione, e alla fine della cerimonia sono defluiti
composti lungo le grandi direttrici che da Città del
Vaticano; vanno alle stazioni dei treni e degli autobus senza
arrecare disturbo alla città, quasi come al termine di una
manifestazione pacifista.
Merito della macchina
organizzativa e della voglia di vacanza dei romani che
evidentemente si sono ri nchiusi in casa per il timore
dell'invasione. Sulla ''papolatria'', come l'ha chiamata Adriana
Zarri nel'editoriale de il manifesto di ieri, abbiamo
sentito Margherita Hack, astrofisica e scienziata, laica.
La
grande partecipazione ai funerali è stata veramente una
manifestazione di fede?
Intorno alla vicenda della
morte del Pontefice e della grande partecipazione popolare alle
esequie c'è una grande strombazzatura mediatica.
Eccessiva. Non sembra neanche vera fede, forse i polacchi sono
sinceri, ma sembra piuttosto che ci sia una grande voglia di
spettacolo, di partecipare a un evento. A questo ha contribuito
un'esagerata esposizione della sofferenza del papa, ha influito
moltissimo anche la diretta dell'agonia.
Allora secondo
lei fare tanti sacrifici per porgergli l'ultimo saluto non è
stato un segno di profonda religiosità e affetto?
Dico
che è un pazzia stare 10 o 15 ore in fila per vedere il
Papa qualche secondo e scattargli una fotografia. Forse è
la solitudine, poter dire ''c'ero anch'io'', la voglia di
riconoscersi in qualcosa, che però per tanti diventa un
scampagnata... comunque sembra pazzesco bloccare una città
per questo.
Infatti. Pensi che a Roma hanno chiuso
scuole e università. La Sapienza di Roma ha addirittura
sospeso la didattica invitando i suoi professori a partecipare
alla messa in suffragio per il Papa.
Un abuso bello e
buono. L'Italia è un paese laico e questa è una
cosa vergognosa, inaudita. Era più laica la vecchia DC.
Sono diventati dei talebani, ci vorrebbe una rivolta dei
professori e dei docenti, ma soprattutto del mondo della cultura
e dell'informazione. Ma non c'e' rispetto per i cittadini e per
le altre religioni? E chi ha altre esigenze deve accettare di
essere bloccato in questo modo?
Dicono
che è un problema di sicurezza e di
mobilità...
Sicuramente c'è il problema
della sicurezza dei capi stato, posso capirlo, ma non sarebbe
bastato girare alla larga dal Vaticano?
Per molti è
un atto dovuto nei confronti di un grande protagonista della
Storia.
E' sicuramente un papa che ha girato tanto e
si è fatto conoscere.
Anche Giovanni XXIII cambiò
il mondo. Giovanni Paolo II è stato attivo sui temi della
pace e del dialogo interreligioso ma è stato anche il papa
reazionario di una Polonia cattolica e fondamentalista. Gli
aspetti di questo conservatorismo sono stati la solita
sessuofobia, l'invito ai giovani a non usare il preservativo, le
chiacchiere sul genio femminile. Ha detto che le donne per motivi
biologici non potranno mai diventare sacerdoti e poi la crociata
sull'aborto e contro l'autodeterminazione delle donne i cui
effetti si vedono nella legge sulla procreazione assistita —
una legge antiscientifica e liberticida —
decisa infine da un governo illiberale e veramente
poco laico. Hanno ragione i radicali: una violenza contro persone
malate...
Il ruolo dei media è stato importante
nell'imporre il magistero di que sto Papa?
Sì e
i suoi collaboratori sono stati astuti nello sfruttare i media
vecchi e nuovi, soprattutto la televisione che mai è stata
cosi invasiva. Non bastano 26 anni di pontificato per spiegare la
sua enorme popolarità. Con la morte in diretta per milioni
di persone —
che non so se abbiano mai praticato il magistero
della Chiesa su pace, diritti, tolleranza —
si sono sentite rappresentate, unite nell'evento
proprio grazie ai mass media.
Risultato?
Il
risultato è che oggi parlare di stato laico in Italia è
una barzelletta: certo è importante rispettare il
sentimento dei cattolici, ma è importante rispettare il
sentimento di tutti. Lo Stato si occupi dello Stato e la Chiesa
si occupi della Chiesa senza invadere l'uno il campo dell'altra e
viceversa, evitando, tanto per dirne una, quello che sta facendo
il cardinale Ruini invitando a boicottare il referendum per
cambiare la brutta legge sulla procreazione assisitita. Certo
queste ingerenze della Chiesa ci sono sempre state,
paradossalmente erano di meno con la Democrazia Cristiana.
Sì,
ma questo è stato il Papa che ha sconfitto il
comunismo...
Non è vero che questo Papa abbia
buttato giù il comunismo come vuole un superficiale
refrain di questi giorni. Semmai fu Giovanni XXIII che con la sue
aperture facilitò l'implosione del comunismo in piena
guerra fredda. Lui fu veramente ecumenico anche coi comunisti.
Per lui la Russia era uno stato come gli altri.
(dal
www.aprileonline.info)
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