E'
morto l'associazionismo! Viva l'associazionismo! di Patrick
Boylan Avvenimenti 20
maggio 2005
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Stiamo
tornando al triste riflusso politico degli anni '80? Il
pacifismo ha perso il suo slancio? La gente si è
ormai rassegnata ai soprusi del potere, sia nel bel paese che
sulla scena internazionale? Macché!
Proprio
in questi giorni è nata una nuova associazione "per la
pace e la giustizia sociale" tra -- udite, udite -- gli
statunitensi residenti a Roma. Essi si erano conosciuti lo
scorso 19 marzo alla grande "manifestazione dei 50.000"
(quella che doveva andare disertata in quanto non sostenuta dai
partiti o dal sindacato) per il ritiro di tutte le truppe
straniere dall'Iraq.
Nei giorni precedenti, alcuni di loro
avevano affisso, nei ritrovi romani più frequentati dagli
americani, inviti a partecipare al corteo con slogan e cartelli
propri. Sono arrivati in 50, portando le adesioni di decine
di parenti ed amici impossibilitati a venire. Gente mai
vista prima. Molti hanno espresso il desiderio di continuare
a ritrovarsi per discutere insieme gli eventi politici del
giorno. Maria ha raccolto i loro indirizzi e-mail, Kathy e
Daniela hanno elaborato proposte e Stephanie ha poi lanciato il
primo incontro organizzativo presso la libreria Bibli.
Il
primo punto all'ordine del giorno: il nome da dare
all'associazione e gli obiettivi. Qualcuno suggerisce
"Statunitensi contro la guerra", come il gruppo storico
degli americani pacifisti in Toscana. Altri vogliono un nome
più impegnativo: "Non c'è pace senza giustizia,
dobbiamo lavorare su più fronti, diciamo anche 'per la
giustizia sociale'!" "Ma quelle parole in inglese
ormai suonano troppo di sinistra -- obiettano altri -- passeremo
per comunisti!" "Non lasciamoci intimidire dalla
destra!" -- ribattono altri ancora.
Alla fine
Judith propone una votazione tramite e-mail: la spunta "U.S.
Citizens for Peace and Justice - Rome". Stephanie, web
designer freelance, crea in un baleno il sito
www.peaceandjustice.it.
Le
prime iniziative del gruppo: vigili serali con gli "Ostinati
per la pace" davanti a Palazzo Chigi contro la revisione dei
codici militari per imbavagliare i giornalisti e un cineforum su
temi politico-sociali ogni giovedì sera alle 20 al Linux
Club (Roma Ostiense). Il cineforum parte il 19 maggio con il
documentario Weapons of mass deception
di Danny Schechter, il nuovo Michael Moore. Sono
calorosamente invitati (ma
bisogna prenotarsi sul sito appena dato) tutti i romani che
vorranno conoscere l'altra America e che sappiano l'inglese
abbastanza bene per seguire documentari in lingua. I
filmati, infatti, saranno soltanto in versione originale in
quanto, esclusi dalla grande distribuzione, non sono stati
doppiati
Anche il dibattito successivo sarà
prevalentemente in inglese, non per complicare la vita agli amici
italiani ma perché la crescita politica dei partecipanti
statunitensi passerà proprio attraverso gli sforzi che essi
faranno per rendere nel loro idioma nativo i concetti politici
(come "diritti dei popoli" o "blocco sociale")
che molti di loro hanno imparato per la prima volta in
Italia
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