Alle porte delle elezioni

di Marina Minicuci
 
(su Avvenimenti, 25.3.05)

 
Alle porte delle elezioni altre volte in questi anni le associazioni e i movimenti del Lazio hanno fatto appelli affinché si andasse a votare.
 
Ogni volta è per noi più difficile trovare la motivazione e la grinta per convincere, forse, qualcuno che è necessario prima di tutto battere questo governo. Forse non qui, non a Roma centro, nel centro di questa periferia del cosidetto primo mondo, dove quasi tutti noi viviamo intrisi di privilegi. Con che onestà intellettuale e morale ci possiamo battere per mantenere una vita equiparata al 5% più agiato dell’umanità, quando la rimaenza del pianeta vive in condizioni appena decenti, minime, sotto la soglia della povertà o direttamente muore di fame e/o malattie curabili? Di quale governo del popolo (democrazia) andiamo parlando quando la democrazia è privilegio di pochi e sottomissione, fame, ingiustizia per tutti gli altri?
 
Penserete che questa non è il momento, alle soglie delle elezioni regionali, per parlare di un problema globale, ma il globale lo ritroviamo anche, in qualche modo, a scala locale. Nella nostra regione, fuori da questo centro splendido e opulento, c’è un’altra Roma che quasi mai arriva a fine mese e non perché deve sostenere un livello di vita irragionevole, ma perché non riesca a pagare l’affitto o, quando va bene, il mutuo dell’unica casa, il cibo, i libri per i ragazzi...l’essenziale insomma per una vita decorosa. E’ a queste persone che mi chiedo quali argomenti possiamo offrire per dirgli di andare a votare.
 
Gli possiamo dire che la sinistra sarà meglio della destra comunque, perché non stravolgerà la nostra costituzione, non farà leggi ad personam, sarà più cauta con lo smantellamento della scuola pubblica, meno disinvolta nelle privatizzazioni, sicuramente più decente nella facciata. Temo però che non siano argomenti di grande richiamo per chi si dibatte con il problema della sopravvivenza quotidiana.

Io vorrei dirgli che per la sinistra prima viene il lavoro e la regione si occuperà anzittutto della tutela dei lavoratori, dei soprusi del precariato, della formazione e dell’orientamento al lavoro, dell’integrazione socio-lavorativa dei migranti. Vorrei dirgli che la sinistra si occuperà della riqualificazione e dello sviluppo delle periferie che è prima di tutto crescita sociale. Darà una soluzione abitativa decorosa a tutti secondo il proprio reddito. Gli vorrei dire che scuola e sanità saranno gratuite; che investimenti saranno fatti per migliorare e potenziare i trasporti; che la battaglia ambientale sarà senza quartiere e che verrà incentivata l’economia equa e solidale.

E infine, ma non da ultimo, perché tutto questo sia poi davvero realizzabile, gli vorrei dire che sarà promossa, sviluppata, incentivata e favorita la partecipazione cittadina. Perché se il cittadino non si riappropria della propria sovranità (che è diventata proprietà privata dei politici di mestiere) si rifugia nel privato, nell’individuale, nello scontento, nell’astensione dalla vita comune, dal voto. Come ho già scritto e detto molte volte (anche a Marrazzo), la partecipazione può e deve nascere dal basso, ma non può proliferare e conservarsi a lungo se non viene appoggiata e sostenuta dall’alto.

Tutto questo c’è qualche candidato che mostra d’averlo capito come Giulia Rodano (Uniti nell’Ulivo) e Luigi Nieri (Rifondazione Comunista) che l’ha anche attuato come assessore delle periferie, con buoni risultati a quanto pare. Ci sono poi alcuni nostri soci candidati a cui non possiamo far mancare l’imbocca al lupo di tutta la Rete dei movimenti: Vittorio Marinelli (Verdi), Susy la Rocca (Italia dei Valori), Bruno Ceccarelli (lista Marrazzo) e, altra regione, Riccardo Sarfatti candidato alla Presidenza della Lombardia.
 

 
Marina Minicuci, Presidente della Rete dei movimenti

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