24 dicembre 2004
 
Frode elettorale negli
Stati Uniti d'Ucraina

di Patrick Boylan
 
Sito della Rete

 

 
 
Prosegue furibonda negli USA la contestazione delle frodi commesse nelle recenti elezioni presidenziali. Il riconteggio dei voti, ottenuto dopo diverse battaglie giudiziarie nello stato dell'Ohio, ha provocato una valanga di nuove iniziative in altri stati -- Florida, New Mexico, New Hampshire, Oregon, Washington -- portate avanti dal Reverendo Jesse Jackson, erede di Martin Luther King, e da un numero sempre crescente di movimenti di base.

Prosegue pure il silenzio quasi totale dei mass media -- silenzio irreale data l'importanza della notizia e dati gli ampi spazi dedicati alle contestazioni elettorali in Ucraina. Ecco perché questo articolo conterrà dei link per consentire una verifica di ogni affermazione. Infatti, dopo i precedenti articoli (cliccare qui), alcuni lettori hanno scritto, increduli, dicendo che stavo sicuramente inventando tutto.  "Non se ne trova traccia sulla prima pagina dei giornali nazionali americani o italiani -- hanno detto di una sola voce -- Mica esiste un condizionamento della stampa a livello internazionale!?!"  Già. Sarebbe una prospettiva davvero inquietante.  A voi, signori giornalisti, la risposta.

Intanto riprendiamo da dove eravamo rimasti: il candidato Verde, David Cobb, si era stufo dell'arrendevolezza del candidato Democratico Kerry nel dichiarare forfait.  Ha raccolto i fondi necessari per chiedere il riconteggio dei voti nell'Ohio, dove le frodi particolarmente maldestre gridavano vendetta

Ricordiamo inoltre che non è affatto vero che Bush abbia stravinto le elezioni -- altra bugia diffusa con compiacenza dai grandi organi d'informazione americani e, in perfetta sintonia con loro, quelli italiani.  Anzi, Bush ha avuto la vittoria più striminzita di qualsiasi presidente in carico da quasi un secolo: se cambiasse il voto di un solo punto percentuale nel solo stato di Ohio, Kerry risulterebbe Presidente degli Stati Uniti. 


Ma andiamo avanti con ordine. Cobb ha chiesto una procedura d'urgenza m
a il 23.11.04 il giudice distrettuale federale ha deciso che la questione non era da considerarsi urgente e così il riconteggio ha potuto iniziare solo dopo il 9 dicembre.

Da allora succede che:

15.12.04 - Malgrado che il riconteggio sia ancora in corsa, i Grandi Elettori dell'Ohio decidono di rispettare il calendario degli adempimenti e certificano la vittoria di Bush. (cliccare qui).

Lo stesso giorno il Reverendo Jackson deposita un'istanza per consentire, nonostante la certificazione, il proseguimento del riconteggio. Il motivo: la certificazione deve essere approvata dal Parlamento federale a Washington. Se il riconteggio dei voti dovesse dimostrare l'esistenza di frode o comunque di errori su vasta scala, la certificazione potrebbe non essere approvata (cliccare qui).

16.12.04 - Un giudice della Corte Suprema dell'Ohio dichiara irricevibile la richiesta di proseguire con il riconteggio perché viziata nella forma. (cliccare qui). Jackson insiste, riformula la richesta, organizza manifestazioni: la seconda richiesta viene accettata e il riconteggio prosegue. (cliccare qui)

18.12.04 - Prendendo ispirazione da Ohio, gli attivisti degli stati di Florida, New Hampshire e New Mexico formulano anche loro una richiesta di riconteggio dei voti nelle elezioni presidenziali (cliccare qui). Nello stato di Washington gli attivisti chiedono invece un riconteggio per il posto di governatore. Il candidato Democratico ha perso per un soffio e dopo le elezioni di Novembre in un cestino dei rifiuti sono stati scoperti interi sacchi di schede.  Ma il Tribunale distrettuale nega il riconteggio in quanto "inopportuno". (cliccare
qui). Proteste. Manifestazioni. Poi la Corte Suprema dello stato di Washington autorizza il riconteggio e il 23.12.04 i risultati ufficiali vengono proclamati: si capovolge il risultato già proclamato, vince il candidato Democratico. I Repubblicani fanno ricorso per invalidare l'intera procedura. (cliccare qui).

22.12.04 - Il Reverendo Jackson annuncia altre due manifestazioni nazionali per bloccare la dichiarazione ufficiale della vittoria di Bush.  Il 3 gennaio Jackson parlerà davanti al campidoglio dell'Ohio per informare la nazione che il riconteggio lì è ancora in corso. Il 6 gennaio parlerà davanti al parlamento a Washington dove la Commissione Giustizia dovrebbe -- in teoria -- riconoscere i risultati forniti dai singoli stati e dichiarare ufficialmente Bush vincitore.  In entrambi i discorsi Jackson, che intende mobilitare l'intera comunità nera, descriverà questa lotta come la più importante per i diritti civili dal 1965, ossia dall'anno della storica marcia di Martin Luther King, tra Selma e Montgomery, per ottenere la Voting Rights Act.  (cliccare qui)

23.12.04 - Un'attivista di uno dei movimenti contro la frode elettorale inizia lo sciopero della fame davanti all'ufficio del senatore Democratico Ron Wyden dell'Oregan, membro della Commissione Giustizia.  Gli si chiede di fermare il processo di riconoscimento: suo sarà, infatti, il voto determinante quando la Commissione si riunirà il 6 gennaio poiché alcuni rappresentanti Democratici hanno già dichiarato di non votare per la convalida dei risultati dell'Ohio.  I loro voti non bastano, tuttavia, occorre anche quello del senatore, finora leale alla linea dell'"unità nazionale" voluta da Kerry.  Se la Commissione non riconosce la certificazione dei risultati nei stati in cui ci sono richieste di riconteggio, non ci sarà vincitore e l'intero parlamento dovrà pronunciarsi al riguardo (cliccare qui).

23.12.04 - Il candidato Democratico Kerry deposita ufficialmente presso la Corte Distrettuale dell'Ohio una richiesta di verificare l'efficienza delle macchine usate per votare in quello stato, in particolare nei quartieri neri.  Quest'azione, pur non essendo una contestazione formale dei risultati, costituisce comunque una rimessa in discussione della linea finora seguita (cliccare qui).

23.12.04 - Come era già avvenuto in Ohio, la richiesta di procedura d'urgenza nel riconteggio dei voti nello stato di New Mexico è stata respinta dalla Corte Suprema dello stato, che ha ordinato l'iter ordinario. Inoltre ha dichiarato che le spese ammonteranno a $1.400.000 (erano solo $230,000 in Ohio, stato tre volte più popoloso) e che la somma deve essere versata interamente prima di iniziare la procedura. I movimenti di base iniziano la raccolta dei fondi. (cliccare qui).

24.12.04 - FINALMENTE il silenzio stampa s'incrina: fino a presente niente servizi nei TG e niente prime pagine sui giornali, soltanto occasionali articoletti brevi sepolti nelle pagine centrali di alcuni quotidiani. Oggi invece il New York Times pubblica un lungo articolo richiamato in prima pagina, che spiega le diverse irregolarità denunciate in Ohio.  Lo stile è tuttavia puro Emilio Fede: per ogni irregolarità che espone, l'articolo trova poi una giustificazione o un attenuante e conclude dicendo che i "problemi" saranno sicuramente risolti in futuro e che, in fondo, gli attuali risultati sono da considerarsi "più o meno fedeli".   Avete capito? Dobbiamo accontentarci di risultati "più o meno fedeli" pur sapendo che il risultato in Ohio -- e quindi la Presidenza degli Stati Uniti -- è dipeso proprio da un punto percentuale in "più" o in "meno" determinato con la frode!! (cliccare qui).

Comunque la svolta c'è stata.  Ora ha guadagnato finalmente "cittadinanza" la notizia di queste accesissime contestazioni durate quasi due mesi e portate avanti non dai grandi partiti ufficiali ma dai verdi e dai movimenti di base, la Coalizione Arcobaleno di Jackson in testa. 



P.S. Un augurio natalizio: possiamo forse sperare -- notate il ritegno: dico "forse" e soltanto "sperare", non voglio esagerare -- che, sentendosi ora le spalle in qualche modo protette, la stampa italiana avrà un sussulto d'orgoglio e oserà parlare di questo scandalo anche lei, accanto ai suoi interminabili servizi particolareggiati sulle frode elettorali in Ucraina?

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